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Partendo dalla constatazione di alcune inadeguatezze delle digital humanities nei confronti del trattamento dei testi l'autore di questo volume, privilegiando un approccio filologico, ha perseguito la ricerca di una metodologia che lo ha portato all'ideazione di strumenti informatici innovativi, descritti in pubblicazioni delle quali le principali sono qui raccolte. I cinque capitoli (introdotti da altrettanti studiosi) in cui il volume è articolato devono essere letti come un percorso metodologico che dagli àmbiti della lessicografia latina e greca (cap. I) e del riconoscimento dei caratteri a stampa o manoscritti (cap. II), conduce alla concezione della Stazione filologica multimodulare (cap. III), modello di una infrastruttura tecnologica per la 'filologia computazionale'. Il carattere di 'flessibilità' del sistema ne ha permesso l'impiego in diversi contesti, come nel Progetto di Traduzione del Talmud Babilonese (PTTB), del cui comitato scientifico Andrea Bozzi è coordinatore, o nel progetto Greek into Arabic (ERC-Ideas, Advanced Grant, diretto da Cristina D'Ancona) (cap. V), o ancora nell'àmbito delle biblioteche digitali (cap. IV). Presentazioni di Sylvie Calabretto, Cristina D'Ancona, Giacomo Ferrari. Valeria Lomanto, Elton Prifti.