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"A' be' c'è Dario" è un classico abbecedario ma, allo stesso tempo, è tante altre cose. Il libro è composto da ventuno tavole disegnate da Filippo Giansanti e, come gli esercizi di stile di Queneau, è costruito sulle costanti e sulle varianti. L'ordine dei ventuno "animali", compreso Dario, l'umano, segue l'elenco alfabetico e trova nello sguardo il tratto che rende tutti i soggetti partecipi della stessa dignità. Il volume è corredato da un testo di Mauro Pompei che gioca con la medesima idea progettuale. L'intero lavoro è aperto a molteplici livelli di lettura e fruizione. L'immediatezza dei disegni e la semplicità dei testi lo rendono adatto ai "piccoli" per il naturale e intuitivo rapporto tra l'immagine e il suono della parola ma, allo stesso tempo, il tessuto di rimandi interni ai disegni e al testo, così come la relazione che si instaura tra i due registri espressivi, avvicina alla lettura anche un pubblico di adulti.