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Questo libro illumina un tema attuale, quello delle origini storiche e analitiche della nostra concezione di democrazia liberale, per svelare come l'apporto di Burke sia stato importante nella sua costruzione e l'abbia condizionata fino alla nostra lettura odierna. Egli si è rivelato strategico, per comprendere le mutazioni nel significato di questa parola tra la pubblicazione delle "Reflections" e quella del capolavoro di Tocqueville. Burke, infatti, non solo bollò il tentativo di governo rappresentativo effettuato dai francesi col termine "democrazia", evocando antichi fantasmi, ma veicolò al suo interno nuovi contenuti che avrebbero contribuito a delineare del tutto negativamente quell'esperienza, al punto che coloro che invocavano delle riforme democratiche, durante tutta la prima metà dell'Ottocento, si sarebbero mostrati reticenti a pronunciarne il nome. Burke avrebbe accostato a questa parola tutta una serie di contenuti che delineavano un tipo di società sconosciuta agli antichi, antitetica alla galante civiltà dell'antico regime, e che non forniva alcuna garanzia di durare nel tempo.