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"La poetessa dimostra tutta quanta la sua sensibilità in un tracciato di amorosi sensi, di conurbazioni umane: letti bianchi; corsie; ammalati; storie; sofferenze; dolori; esclusioni; solitudini, compagnie. Un mix umanamente coinvolgente che ci cattura con un linguismo di rara potenza verbale, di esperita vicissitudine umana [...]. La storia si distende senza cadute di stile, senza deviazioni emotive fino all'ultimo letto, vuoto: Su di me l'ala dell'angelo / ha raccolto l'ultimo respiro. Poi le porte finalmente si serrano.../1 letti bianchi tacciono, esausti di sangue, urina, odore, dolore. / Nessun oggetto più di loro è umano." (Nazario Pardini)