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"La poetessa sa contenere il tutto in un endecasillabo estremamente musicale, di classica fattura, ben lavorato in tutte le sue varianti; stemperato in una fluidità narrativa di estrema accortezza poetica. E non si deve pensare ad una poesia d'antan, datata, legata ad un mondo classico ormai desueto; piuttosto ad un verseggiare pieno, ricco di accorgimenti stilistici, di figure retoriche mai pleonastiche, dove tutto è giusto, tutto è elaborato con quell'arguzia e quell'intelligenza fattiva, che si può permettere un'artista che Pavese non stenterebbe a definire monotono nell'accezione più nobile del termine (un canto 'splendidamente monotono', come sapeva dire, da par suo, Cesare Pavese, della poesia)." (Dalla presentazione di Nazario Pardini)