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Dicono di lui, parlandone non come fosse uno strumento, ma una persona, un compagno di vita, un amante esigente: «All'inizio il nostro rapporto non è stato facile, lui era abituato diversamente e io anche, intuivo che aveva delle qualità straordinarie che dovevo in ogni modo andare a scovare, ero sicuro che con tempo e pazienza avremo trovato il modo giusto per capirci. Ora credo di poter dire che siamo felici insieme, almeno io lo sono. [...] È un organismo vivente, finisce con il somigliarti, o finisci con il somigliargli. Lo riconosci, ti ci riconosci. Forse ti riconosce anche. [...] Nel modo di suonarlo c'è una perfezione di contatto che ti può donare anche delle sensazioni fisiche molto forti: possiamo vivere in diretta le vibrazioni della cassa armonica e così lo strumento trasferisce il flusso delle vibrazioni in gran parte del corpo». Le diverse "voci" che attraversano il libro sono quelle di chi al violoncello - meraviglioso inconfondibile strumento, caldo e sensuale - ha dedicato la propria vita: i musicisti che lo suonano, i liutai che lo costruiscono, i compositori che scrivono musica a lui destinata, gli artisti che lo hanno raccontato - da Fellini a Saramago, da Chagall a Woody Allen - e il pubblico che lo ascolta affascinato. Tante, autorevoli voci diverse per costruire assieme un percorso che, partendo da una rassegna di concerti organizzata dal Teatro Verdi di Pordenone nel 2016, vuole raccontare la storia e il fascino di uno degli strumenti più amati. Musiche di: Fryderyk Chopin, Camille Saint-Saëns, Robert Schumann, Pascal Amoyel, Max Reger, Paul Hindemith. Esecuzioni di: Jan Kalinowski, Marek Szlezer, Emmanuelle Bertrand, Pascal Amoyel, Silvia Chiesa, Maurizio Baglini, Alban Gerhardt.