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L'antologia "Salmi penitenziali di diversi eccellenti autori", apparsa nel 1568 per i tipi del Giolito, è un prodotto emblematico delle strategie editoriali della prestigiosa stamperia veneziana nell'età della Controriforma. La lungimirante virata in senso spirituale-devozionale del Giolito ebbe, infatti, carattere strumentale, nel momento in cui le fortunatissime raccolte di Rime e Lettere degli anni '40 e '50 erano state messe all'Indice o stavano perdendo l'attenzione del pubblico, e le opere a carattere profano sempre più incorrevano nella censura ecclesiastica. Fin dai paratesti appare chiaro come l'editore ambisse a fornire l'archetipo editoriale della forma 'antologia spirituale': nel titolo, e con maggior enfasi nell'indice, si sottolinea ad arte che gli autori sono «persone ecclesiastiche» di ranghi più o meno elevati, e che il volume riunisce insieme Salmi e Rime spirituali, ovvero i due sottogeneri di maggior fortuna nell'ambito della poesia religiosa, che oltretutto - a partire dalla raccolta del Minturno, 1561, ma ancor più dopo la 'canonizzazione' operata qui dal curatore, Francesco Turchi - sarà prassi abbinare in un unico volume, fino al volgere del secolo. Arricchisce il volume un'appendice filologica sulla prima redazione delle "Lagrime di San Pietro" del Tansillo, che nella Giolitina del 1568 furono pubblicate con erronea attribuzione sotto il nome del Cardinale de' Pucci.