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Le missive che Giuseppe Ranieri scrisse giorno dopo giorno alla moglie Maria Farina a partire dal richiamo alle armi nel settembre 1915 fino al giorno della morte sul monte San Michele (8 agosto 1916) formano un diario prezioso in cui l'autore descrive gli avvenimenti della giornata e i rapporti con i suoi commilitoni, ergendosi a portavoce di una piccola comunità calabrese di contadini-soldato trapiantata nelle trincee tra le gole delle alpi Carniche. Ma il carteggio rappresenta anche una straordinaria testimonianza personale che riflette i sentimenti di un soldato che aveva un figlio, una moglie incinta, una sorella inferma e una madre da mantenere, eppure era stato mandato in trincea a combattere quella smaledetta guerra, secondo la sua definizione.