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Cinefilo onnivoro durante l'infanzia, critico cinematografico in gioventù e poi regista simbolo del cinema thriller e horror italiano (e non solo), Dario Argento ha riscritto la grammatica estetica del terrore al cinema fin dall'esordio con "L'uccello dalle piume di cristallo", imponendosi con uno stile teso e ricercato, capace di trasformare delitti e omicidi in suggestive coreografie nere. Il crescente successo internazionale ottenuto grazie a "Profondo rosso", "Suspiria" e "Phenomena" lo ha trasformato nell'Autore per eccellenza del Giallo e dell'Horror all'italiana. Come forse solo Alfred Hitchcock prima di lui, Argento unisce da sempre la voglia di spaventare con il desiderio di farsi riconoscere e apprezzare presso il grande pubblico. Interesse che lo ha portato anche negli anni più recenti a confrontarsi con il mondo dell'arte (La sindrome di Stendhal), della letteratura (Il fantasma dell'Opera, Dracula 3D) e dell'occulto (La terza madre). Come in un'anamorfosi d'epoca barocca, il cinema di Dario Argento assume tratti differenti a seconda della posizione e degli strumenti con cui lo si osserva. I saggi di questo libro guardano ad alcuni elementi peculiari della sua filmografia, adottando ognuno una prospettiva differente: dagli stilemi e dalle invenzioni visive più personali e distintive ai film più recenti; dalle tendenze più canonizzate ai sentieri meno battuti.