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Pensatore scomodo e radicale, il colombiano Nicolás Gómez Dávila (1913-1994) è una delle figure più interessanti - e inquietanti - del panorama intellettuale dell'intero Novecento. Nonostante una scelta di vita che ha trovato il suo baricentro in un meditato e rigoroso isolamento, Gómez Dávila è stato un osservatore attento e un critico finissimo della modernità, coerente con le proprie idee e sempre lucido e sferzante nei suoi testi e nei suoi aforismi. Nel quadro dell'ampia e articolata riflessione novecentesca sulla crisi dell'Occidente, la sua originale posizione spicca per la vastità dei temi affrontati, per l'impressionante familiarità con gli autori e le opere fondamentali della tradizione, per le solide basi teoretiche di un pensiero al tempo stesso aristocratico e militante. I saggi raccolti in questo volume hanno per oggetto, a un secolo di distanza dalla nascita di Gómez Dávila e con una particolare attenzione per le tematiche di ordine storico-filosofico, politico, estetico e religioso, diversi aspetti della sua opera, che vengono trattati e approfonditi nell'intento, tra l'altro, di promuovere nuovi studi e nuove interpretazioni.