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È possibile tentare una ricostruzione complessiva e in un certo modo sistematica del pensiero filosofico di un autore che, come Leopardi, non ha mai scritto un'opera di filosofia in senso stretto? Questo libro propone una risposta affermativa mostrando come la sistematicità del pensiero leopardiano consista più nell'atteggiamento che nelle singole affermazioni, più nei problemi sollevati che nelle soluzioni via via proposte. Una volta individuato lo sfondo problematico che resta costante, misurare la portata filosofica di questo pensiero significa ricercare dove, come, quando, nelle possibili risposte a determinati interrogativi, Leopardi sembra essersi spinto più lontano e aver raggiunto le posizioni più radicali. Il libro segue in particolare il definirsi e il prender campo attivo di due concetti, il desiderio e l'assuefazione, forse i soli dotati di un'estensione propriamente "metafisica", valida cioè per tutta la natura e non limitata a una sua sola regione. Se il desiderio rappresenta di per sé una polarità essenzialmente positiva, l'assuefazione si rivela come una potenza vitale dalla duplice valenza, negativa e positiva al tempo stesso, capace in alcuni casi di favorire la stessa produttività del desiderio.