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Che Pescia sia una e bina, come accade talvolta ai centri urbani attraversati da un corso d'acqua, è dimostrato quasi per paradosso dalla presenza, nel costruito, d'una porzione di territorio che rimanda a un'antica suddivisione dell'abitato in tre parti distinte, una delle quali - il terziere del Duomo è tuttora riconoscibile nella sua specificità, dimostrata a diversi livelli: nel tessuto viario e nell'architettura, nella prevalenza di certe funzioni sociali, nei ricorrenti eventi devozionali intesi d'altra parte come occasioni di festa per la comunità intera. Proprio per la permanenza di questo terziere, dissoltisi gli altri due in un unico continuo settore urbano, viene attestato per Pescia lo statuto di città, anzi di antica capitale della Valdinievole: una città piccola quanto si voglia, con le sue alterne fortune e con le sue insufficienze, ma ricca per i caratteri dei palazzi pubblici e degli edifici di civile abitazione diversi per età e per stile architettonico, per le chiese e i monasteri, per i musei e le biblioteche, per le aree riservate ai giardini, al riposo e agli istituti di cura, per gli esercizi commerciali, per quel che rimane di archeologia industriale, il tutto inserito in un ambiente organicamente cresciuto nel corso dei secoli, fatto di natura e di cultura, ossia di una campagna che circonda l'edificato: un paesaggio antropizzato, quasi sempre visibile dalle strade e dalle piazze come un fondale stagionalmente mutevole...