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Il volume raccoglie gli scritti d'arte di Francesco Gori Gandellini (Siena 1738-1784) colto mercante senese noto per essere stato tra gli amici più cari di Vittorio Alfieri. Il Gandellini fu il primo a riconoscere nei "Factorum et dictorum memorabilium libri" di Valerio Massimo la fonte delle "historie" illustrate dal Beccafumi nella Sala del Concistoro del Palazzo Pubblico di Siena, segnalando il valore "sublime" delle raffigurazioni beccafumiane, vicine al linguaggio di Michelangelo, distaccandosi dalle opinioni correnti della critica del Settecento e avvicinandosi alla critica inglese. Fu tra i pochi cui Vittorio Alfieri si sia legato di calda amicizia. Durante i soggiorni senesi il poeta astigiano frequentando un "crocchietto di sei o sette individui dotati di un senno, giudizio, gusto e cultura da non credersi" intraprese con Francesco un profondo colloquio sui temi della poesia e della letteratura e questi incarnò per il poeta l'immagine dell'uomo colto, educato a concepire valori civili e morali di amicizia, di amor di patria, di libertà. Il Gori curò la stampa delle tragedie alfieriane presso l'editore Pazzini Carli e lasciò gli scritti sulla pittura senese che Vittorio Alfieri avrebbe voluto pubblicare, decisione inattuata a suo dire per rispetto al riserbo dell'amico. La memoria di Francesco Gori Gandellini è stata tramandata dal dialogo "La Virtù sconosciuta" in cui Vittorio Alfieri immagina di dialogare con l'amico scomparso sui temi che li avevano legati in vita.