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Il commercio equo e solidale non può contare su di una definizione giuridica del tutto soddisfacente. Ciononostante, si è molto sviluppato in Europa quale modello di riferimento di una economia definita "plurale", intendendo contrapporsi ad una logica di mercato basata sullo sfruttamento delle risorse e delle popolazioni, volta alla massimizzazione dei profitti. Dopo i primi interventi delineati a livello europeo negli atti di soft law, il commercio equo e solidale si iscrive in un quadro caratterizzato da incalzanti cambiamenti. L'autrice si propone di valutare lo scenario, senza lasciare da parte una overview del cammino fin qui svolto.