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La profonda trasformazione che l'istituto consolare subì tra Sette e Ottocento non è stata finora sottoposta a uno studio organico nella prospettiva della storia delle istituzioni politiche. L'autrice, a partire dall'analisi del ruolo svolto dai consoli esteri e propri del Granducato di Toscana, intende invece mostrare come abbia costituito uno snodo centrale per la ridefinizione di nuovi, più efficaci strumenti di governo e di rappresentanza. Sulla base di fonti provenienti da numerosi archivi italiani ed esteri, si approfondisce così il processo con il quale lo Stato, nel corso della progressiva conversione in un compiuto ordinamento giuridico-amministrativo, riconfigurò gli antichi rappresentanti delle "nazioni" mercantili in un gruppo di funzionari fedeli e ad elevata professionalizzazione. Questo mutamento coinvolse e interessò una molteplicità di aspetti: dalla definizione dello status di "straniero" a una più compiuta affermazione del principio di sovranità nazionale.