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Negli anni Quaranta del Cinquecento la proposta bembiana di un classicismo prevalentemente linguistico e retorico incontra vari ostacoli nel mutato clima culturale: l'orizzonte filosofico aristotelico, con le nascenti poetiche intese a teorizzare l'autonomia della poesia, le resistenze locali a una letteratura non municipale e le nostalgie per il primato delle lingue antiche rischiano di mettere in crisi l'affermazione del classicismo volgare. Benedetto Varchi, nelle sue lezioni su Petrarca e Dante, persegue il progetto di una letteratura classicistica che integri l'aspetto retorico con una forte componente filosofica, ribadisce con forza il valore etico della poesia nella formazione del cittadino e contrappone una visione aperta della prassi intellettuale alle posizioni elitarie dei circoli umanistici. Attraverso uno scavo documentario che ricostruisce la cronologia delle lezioni e porta alla luce le manipolazioni testuali e i fraintendimenti che hanno subito, questo libro segue le complicate dinamiche degli ambienti legati all'Accademia Fiorentina e alla corte ducale. Ne esce un ritratto di intellettuale impegnato in una battaglia culturale che lo vide sempre in prima linea, nonostante le ripetute difficoltà personali alle quali andò incontro.