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Bianco da Siena (1350 circa - 1399?) è probabilmente il maggiore epigono di Iacopone da Todi. Fu poeta, mistico e membro della compagnia dei Gesuati: la sua biografia sconfina nella leggenda agiografica. Le sue numerose laude ebbero una grandissima diffusione nel Medioevo, ma sono attualmente ancora poco conosciute per la mancanza di edizioni moderne. Questa edizione critica presenta undici laude nella forma metrica del serventese caudato, finora inedite, tramandate dal manoscritto Palatino 205 della Biblioteca Palatina di Parma. Tali componimenti sono accompagnati da un commento e preceduti da un'introduzione e da una nota al testo, che ne discutono le questioni attributive e ne analizzano gli aspetti linguistici, metrici e stilistici. Nei serventesi di Bianco da Siena il terrore della dannazione e il pentimento per i peccati commessi convivono con l'esaltazione della gloria del paradiso e con lo slancio d'amore verso Dio. Il linguaggio mistico latineggiante si fonde così con la lingua del quotidiano in una forte tensione tra umiltà ed estasi.