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Questo non è uno scritto 'scientifico' su un tema importante e complesso, ma una riflessione sulla difficile relazione tra la Dottrina sociale della Chiesa cattolica e la filosofia politico-economica liberale. Nell'epoca dell'innovazione continua, in cui la 'legge morale naturale' della Chiesa e i tentativi di subordinare la politica e l'economia alla religione e all'etica sono diventati oggetto di controversie perché hanno finito per trasformare vizi e peccati in crimini e reati, l'autore si chiede quali siano gli inconvenienti del vivere in una società liberale in cui ognuno potrebbe coltivare la propria fede rispettando, in condizione di reciprocità, le altre. Come quanti hanno creduto che la libertà individuale potesse mantenersi anche in una situazione di limitazione di quella economica, così la Chiesa si è illusa che in democrazia le scelte collettive non avrebbero avuto conseguenze sulla libertà di professare la propria religione e di vivere secondo i suoi princìpi.