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"Non da oggi Nicola Siciliani de Cumis si occupa di Antonio Labriola. Di Labriola pensatore, educatore, uomo 'politico' nel senso classico del termine, così presente 'nella storia delle vicende scolastico-istituzionali dell'Italia negli anni decisivi subito dopo l'Unità', Siciliani tratta da anni senza interruzione, con impegno costante, dedicandogli edizioni, libri, corsi universitari, tenendolo sempre presente come una sorta di modello e guida ideale". Così Eugenio Garin - nel 1994 -, discorrendo della "complessità e della ricchezza" di Labriola "della sua efficacia stimolante, educatrice, maieutica in senso socratico" e quindi della "necessità di collocare Labriola in una prospettiva fondamentalmente "pedagogica", educatrice, quando se ne voglia individuare davvero il senso e la grandezza". Di qui il "peso e significato dell'opera di Labriola" e "della peculiarità di un uomo che sembra esorbitare costantemente dai quadri consueti, collocandosi al di là di testi e posizioni di cui pure, si fa assertore e maestro". Di modo che concludeva Garin - lo studio di Labriola è diventato per Siciliani de Cumis "punto d'incontro fra indagine storiografica, attività didattica e riflessione metodologica". Il testo è sottoposto a un progressivo approfondimento attraverso una sorta di verifica sperimentale operando proprio attraverso le pagine di Labriola.