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Negli ultimissimi anni, le continue fratture internazionali e le persistenti minacce facilitano il riemergere del significato più profondo del vocabolo "pace". D'altra parte, se anche oggi riscontriamo una "deficienza strutturale" nell'ordine internazionale e nella sua governance, non possiamo credere di poterla colmare con costruzioni artificiose. Gli autori che hanno contributo al volume hanno accettato una sfida importante. Ciascuno ha accolto l'invito di fare fino in fondo il proprio mestiere, lasciandosi interpellare dai tentativi di soluzione delle situazioni problematiche portati in dote dai propri interlocutori. L'economista, il sociologo, il politologo, il giurista e il teologo non hanno avanzato la pretesa di invadere il campo altrui, né tanto meno si sono chiusi nel proprio labirinto disciplinare. Hanno accettato la sfida del confronto critico, tipico dell'approccio transdisciplinare. Un approccio che non giustappone in modo asettico le questioni etiche a quelle socio-politiche né sostituisce, confondendole, le une alle altre. Quanto, piuttosto, un approccio tipicamente sturziano alle questioni socio-politiche che attraversa le singole discipline, nel loro oggetto comune, l'homo agens, e lega tra loro le questioni ritenute rilevanti sulla base di una prospettiva antropologica dichiarata: la centralità ontologica, metodologica e morale della persona.