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Il tema della gestione strategica delle risorse ambientali offre innovativi spunti di riflessione correlati, in maniera molto stretta, ai nuovi scenari. Scenari dove il "fronte militare" inteso in senso tradizionale è scomparso, sostituito da qualcosa di strutturalmente differente. Per una serie di variabili come la globalizzazione, l'informatica, la finanza internazionale e così via, si è passati ormai da una "geopolitica degli spazi" ad una "geopolitica dei flussi". In generale il territorio ha perduto quello che era il suo valore originario dal profilo strategico. Le forze militari vengono impiegate non più tanto per conquistare territori ma per garantire stabilità a quei flussi economici, energetici, informativi, che costituiscono le vere risorse, incluse le risorse naturali. Non è un caso che diverse organizzazioni internazionali e governi di tutto il mondo si stiano occupando attivamente del settore "environmental security". Sono sempre maggiori gli interventi "soft power" destinati ad azioni regionali e locali per risolvere o mitigare problemi ambientali magari non immediati. Sarà esattamente la capacità di analisi strategica nel medio e lungo termine la vera risorsa della geopolitica globale, lo strumento essenziale per i Paesi e le alleanze che vorranno giocare nella leadership mondiale un ruolo da protagonisti e non da comprimari.