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La cura dello spessore culturale del paesaggio (paysage, landscape) - nelle forme della tutela, della progettazione e della pianificazione - è sempre stata viva nelle nazioni europee a partire dal XIX secolo ed il dibattito si è fatto più intenso dopo la redazione della "Convenzione Europea del Paesaggio (2000)", emanata dal Consiglio d'Europa alla quale hanno aderito gli stati dell'Unione Europea. In Italia, a partire dalle precedenti norme del 1923 e 1939, le discussioni su tale argomento si sono infittite dal 1985 con l'istituzione dell'obbligo di redigere i "Piani Paesistici Regionali" che, nelle Regioni di maggiore sensibilità, stanno avendo significative ricadute sulla pianificazione di piccola area e sui criteri per la progettazione in aree sensibili. La vastità dei campi e delle discipline implicate nel termine paesaggio ha reso necessaria una precisazione rispetto agli usi che se ne fa della parola stessa e dei suoi derivati sia nelle accezioni del linguaggio comune, sia nei settori specialistici. All'interno del testo generale che costituisce il connettivo del saggio - scritto da Santino Langé - si inseriscono i più brevi contributi di Dario Benetti, Paolo Bossi, Maria Antonietta Breda, Duilio Citi, Raffaella Laviscio, Antonio Piefermi, assieme ad un'intervista conclusiva con i docenti operanti nell'ambito del paesaggio: Giovanni Rabino, Gian Luigi Sartorio, Alessandro Toccolini, Maurizio Vogliazzo.