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Di che cosa parliamo quando parliamo di musei? Megastore o luoghi ormai obsoleti per un'arte che vuole entrare nel vivo della società? Eppure, anche in Italia, di musei d'arte contemporanea si parla sempre più spesso e ne nascono sempre di più. Mobilitando risorse inaspettate, si trasformano in qualcosa di diverso dal luogo di conservazione che eravamo abituati a conoscere, fino a spostare sempre più avanti la propria identità. Schiacciati sul presente, ma capaci di veicolarlo con una forza mediatica che mai nessuna istituzione culturale ha avuto prima. Macchine di consumo e di consenso, in grado di appropriarsi della logica onnivora della città. Luoghi delle meraviglie, ma anche scenari di riti che appartengono alla società delle merci e dello spettacoloe che riescono a scavalcare attraverso pratiche dove il senso fa posto a qualcosa che somiglia a un "reality dell'arte". Sempre più vicini al mercato, ma continuando ad esercitare una seduzione come solo l'arte riesce a fare.