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Un male misterioso, ripugnante, legato al sesso. In grado di diffondere il terrore per la sua gravità, l'impotenza dei medici a curarlo e la capacità di imporre una pesante ipoteca sulle future generazioni. Impossibile da dominare e da controllare attraverso le tradizionali politiche di sanità pubbliche adottate per la peste, e, più tardi, il vaiolo e il colera. Evoca quella dell'Aids la storia della sifilide, o mal francese come fu chiamato il nuovo, pauroso morbo in Italia, dove la malattia si manifestò in forma epidemica dopo la discesa di Carlo VIII di Francia nel 1495 e l'assedio di Napoli, ad opera del suo esercito cosmopolita. Malattia di lunga durata, insidiosa, degenerante, la sifilide ha prodotto un intero repertorio di metafore e la colpevolizzazione delle vittime. Attingendo alla più aggiornata letteratura medico-scientifica e ad una pluralità di fonti archivistiche, letterarie, iconografiche, Eugenia Tognotti ricostruisce in questo volume il primo impatto della "lue venerea" in Italia e la sua evoluzione lungo i secoli, passando per il sifilofobico Ottocento, per arrivare, infine, al XX secolo, nel quale la penicillina prepara l'uscita di scena della più grave tra le malattie veneree, alla vigilia della comparsa dell'AIDS.