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Quando Enrico Chiari viene arrestato per "turbata libertà degli incanti" non sa nemmeno di avere commesso un reato. È un ingegnere e ha partecipato a una gara d'appalto assieme a un geometra rampante; due settimane di carcere gli bastano per decidere di smarcarsi dal nuovo socio e fare da solo. Accompagnato da un'avvocatessa d'ufficio alle prime armi, si presenta dal magistrato per spiegare come sono andate le cose, per riappropriarsi della propria dignità e della verità. Scoprirà che i riti della giustizia sono complessi, a tratti indecifrabili. Nei mesi che trascorrono tra gli innumerevoli atti di un procedimento legale che sembra avvicinarsi e allontanarsi come un miraggio, mentre fa amicizia con un ladro di profumi conosciuto in cella e tenta incerti rapporti epistolari con la fidanzata lontana, Enrico torna a poco a poco a riconoscersi; se la giustizia appare restia ad assumere posizioni nette, la tortuosa strada intrapresa finisce comunque per restituirgli qualcosa che aveva perso senza accorgersene.