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Montuberchielli, provincia pavese. "Una strada, quattro case e un torrente", secondo un giornalista cui è capitato di passare di lì. Un posto a metà tra il selvatico e il rilassante, per Roberto Ruffinazzi, che a Montuberchielli è nato e cresciuto lavorando nelle vigne di famiglia. A Ruffinazzi piacciono la vallata, l'erba medica in fiore a fine estate, i rami gelati delle robinie in inverno. Tuttavia ogni tanto gli prende come un'inquietudine, la voglia di vedere posti nuovi, di sottrarsi alle idee chiare del padre e agli inscalfibili modi di vivere della provincia. Poi, una mattina, ci si mette anche una pistola, capitata non si sa come nel carico d'uva per la cantina sociale. L'inquietudine cresce, e in paese succedono anche altre cose: franano le vigne, i geologi che studiano i dissesti della zona sono preoccupati; i carabinieri scoprono che la pistola trovata nell'uva ha già sparato; arriva la prima neve, e Ruffinazzi si guarda intorno con occhi nuovi... Tornando alla Montuberchielli di "Can che dorme", Paolo Repossi racconta le pieghe nascoste della provincia, portando alla luce una vena di candida ribellione che ne fa un posto tutt'altro che immobile. Frane, ventate d'aria nuova, pistole: per essere un paese dove "non vale la pena neanche passare", Montuberchielli riserva non poche sorprese.