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«Quando abbiamo finito di leggere La tentazione di esistere, ci rendiamo conto che non potremo mai raccontare i fitti, intensissimi, brillantissimi pensieri con i quali E.M. Cioran ci ha incatenato per qualche giorno. I suoi pensieri non si possono riassumere, perché sdegnano di essere pensieri. Sono schegge, frantumi, irradiazioni di luce, che disegnano una città irreale della mente, una musica lieta, sfavillante e demoniaca dello spirito». (Pietro Citati)