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Prima di proclamare con la sua arroventata eloquenza - nella Firenze del 1945 - l'urgenza di una "tramutazione pura" dell'uomo, del reale, di Dio" (Giulio Cattaneo) e di proporre un Movimento di Religione teso a una incommensurabile novità, e destinato a dileguarsi come un miraggio, Tartaglia pubblicò alcuni saggi su figure fondamentali del pensiero cristiano quali Pascal, Malebranche e Newman, nonché su un controverso contemporaneo, Gabriel Marcel. "Dissolvendosi il vecchio atto religioso, anche i tradizionali contenuti religiosi verranno a trovarsi cambiati. La realtà di Dio viene rapidamente portata al massimo della sua liberazione, viene trascesa in una realtà diversa oltre Dio e non Dio": bastano queste parole, pronunciate a Ferrara in occasione dell'ultimo convegno del Movimento, per comprendere la radicalità dell'azzardo di Tartaglia. Il suo presupposto, come dimostrano questi saggi, era una profonda conoscenza della tradizione cristiana, in tutte le sue diramazioni.