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"Gioco e teoria del duende" risale al 1933, anno del secondo viaggio dell'autore nella Americhe. In apparenza, è una disquisizione di taglio postromantico che verte sulla illustrazione dello spirito nascosto della "dolente Spagna". In verità, diviene una meditazione sulla genesi dell'arte e delle arti, un'esplorazione del "canto jondo" ("canto profondo, il primitivo canto flamenco) che si accompagna a quella dello stesso mondo poetico lorchiano.