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Presentando, nel 1974, il suo Molière, Garboli deplorava come "una sciagura nazionale" che il teatro e la borghesia italiani avessero "saltato" Molière, "così come succede a certi adulti che, nel loro sviluppo, rimuovono una delicata e essenziale fase di crescita". Bastano queste parole a far capire di quale novità fosse portatore il suo lavoro. E dal ceppo di quella storica impresa è nato questo libro segreto ed "essenziale", cui Garboli ha atteso per oltre un ventennio e che considerava il coronamento della sua attività di traduttore e critico molièriano.