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"Nel nostro sangue, nelle nostre ossa, nel nostro cervello portiamo i ricordi di migliaia di esseri". Si direbbe che sia innanzitutto la sfida di questo "mistero dell'eredità" a spingere Naipaul di nuovo verso Trinidad, l'isola dove è nato, fonte primaria e privilegiata delle sue storie. La via che sceglie è singolare: una sorta di romanzo-non romanzo in cui confluiscono tutte le forme, dalla narrazione autobiografica al saggio al racconto di viaggio alla ricostruzione storica, che egli ha sperimentato nella sua opera. Anche i piani temporali si intrecciano, in un tessuto che annoda i fili della memoria storica con quelli del ricordo personale. All'inizio è la vita di un singolo, alla fine saranno molte le vite che qui trovano e perdono una "via del mondo".