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Presentando questo lavoro, Croce scrisse che si trattava dello "schizzo di una storia dell'Italia dopo la conseguita unità di stato", concepito come "tentativo di esporre gli avvenimenti nel loro nesso oggettivo e riportandoli alle loro fonti interiori". Ma scoprire il nesso oggettivo in quei quarantacinque anni fra il 1871 e il 1915, significava coglierne la relazione con gli anni del Risorgimento e proiettare la storia italiana sulla scena dell'Europa moderna. Proprio perché coinvolge l'identità stessa della nazione italiana, quest'opera è forse la più discussa fra le grandi opere storiche del filosofo abruzzese, quella che ha esercitato la più vasta influenza sulla visione che generazioni di italiani si sono formati sulla propria storia.