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I morti da Covid19 si affollavano negli obitori, sui carri militari, nei media, alla televisione, sui giornali in rete, e sabotavano le nostre povere menti: l'incendio si propagava fulmineo, incontenibile, anche nel resto del mondo. Nella terribile materialità della situazione, in simili incroci di sentimenti e sofferenze, in me si faceva sempre più acuta la voglia di vita e di testimonianza; legare la mia situazione personale, l'incertezza di futuro, con la presenza del mondo esterno, dell'altra parte di umanità che stava combattendo al momento. Sotto l'ossessione implacabile dell'urlo delle sirene delle ambulanze che entrava come un martello demolitore nel cervello da impazzire... Così ebbe inizio il flusso turbolento di questo Canzoniere della memoria (Diario poetico 2019-2021), che rispecchiava il mondo reale e il mondo virale, il passato e il presente, con bagliori di futuro. In quel succedersi di voci, di talk show radio-televisivi, di riflessioni caotiche sulla storia d'Italia e di irresponsabili larve di pensamenti, che precipitavano la tragedia in farsa a scapito dei più deboli, delle fragili umanità degli anziani nelle case di riposo, predestinate prede del virus e del vorace mercato informativo.