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Trattare di "Lost and Found Films" significa occuparsi di film perduti ma anche di intere filmografie sconosciute, orfane, ritrovate. Significa anche occuparsi di un paradosso, perché il film continua a esistere anche quando è scomparso: come esperienza (il digital cinema), come recupero e traduzione delle forme d'origine (la preservazione e le pratiche museali), come nostalgia e condivisione delle memorie (la digitalizzazione di massa, la pubblicazione e il ri-uso del found film e del cinema privato) e come tradizione filologica (le edizioni critiche e digitali). Il cinema è quindi anche una grande occasione di riflessione ed elaborazione del concetto di perdita, una perdita in questo caso né assoluta né vana, poiché la "mancanza" del film ci racconta la pienezza delle possibilità del cinema. Così le esperienze, le pratiche, le produzioni e le riflessioni che fioriscono intorno ai Lost Films, sembrano dirci che non c'è mai veramente una scomparsa o una fine quando si parla di cinema. La ricerca del film perduto parte da un'elaborazione del lutto, da una consapevolezza della necessità e della positività dell'oblio. Solo attraverso questa elaborazione quel che brucia (non) ritorna.