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Questa idea si infiltrò nella mia testa durante un noiosissimo spostamento quotidiano su un autobus. Corsi da un amico per avere conferma di quella che ritenevo fosse una bella idea (ora non saprei dire se lo è ancora). La sua risposta fu un bel malloppo di opere: Il capolavoro sconosciuto di Honoré de Balzac, Il ritratto ovale di E. A. Poe, Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde, Finzioni di J. L. Borges, Cent'anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez, Cecità di Josè Saramago. Il suo intento non era quello di sminuire la mia originalità, bensì di lusingarmi, in quanto era ed è un fervente sostenitore di quell'antica leggenda poetica secondo la quale vi è un unico scrittore immortale, che si esprime tramite miriadi di scribacchini mortali (accostarmi a sei dei migliori "operai" che questo invisibile genio abbia mai avuto non lo affaticò più di tanto; lo ringrazierò sempre per questo). [...]