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Siamo negli anni immediatamente precedenti il Sessantotto, l'ondata contestataria sta per arrivare e il professor Berto Casati, che insegna lettere al liceo Beccaria di Milano, ne capta i segnali a partire dal mutamento del linguaggio dei suoi studenti. Un gergo nuovo e apparentemente innocuo che però segna una distanza profonda tra le due generazioni e anticipa i cambiamenti che investiranno la normale dialettica sociale e politica. Sua figlia stessa, la giovane e brillante Donatella, prende le distanze dalla cultura che le è stata trasmessa e vive intensamente e con uno sguardo irriverente discussioni politiche e passioni. Marta Torci - il trasparente anagramma del cognome sottolinea l'autobiografismo della narrazione - docente dell'università di Pavia, assiste alla trasformazione delle gioiose parole di libertà del movimento in slogan e parole d'ordine freddi e tetri. Attraverso i punti di vista dei tre protagonisti, Maria Corti ha saputo creare l'affresco di un'epoca di grandi scontri e turbamenti, abitato da numerose citazioni e riferimenti alla letteratura e alla musica.