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C'è Lina, che assiste alla prodigiosa trasformazione del marito Don in un albero. Il piccolo Eli, che mangia pietre e se nessuno lo sfama si fa strada a morsi tra le pareti di casa. Maia, che scava buche a mani nude e ama giocare a nascondino, finché un giorno misteriosamente nessuno la trova più. E Rita, che nel palazzo al numero 29 ci è nata, proprio il giorno del trasloco dei suoi genitori, e lì è rimasta sempre a osservare, ascoltare e giudicare gli inquilini che nel tempo si sono avvicendati, ma un giorno si ammala e la sua malattia sembra far presagire una fine inevitabile per tutti. Tra realismo magico e fiaba popolare, il debutto di Juliana Kálnay ritrae un microcosmo in cui l'umanità si rispecchia in tutta la sua caleidoscopica ricchezza.