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È così difficile tornare indietro, dalla grande città alla provincia, a quarantasette anni, senza lavoro, e ritrovarsi a vivere in un garage adattato a casa. Tiziano è risucchiato indietro, verso il passato, da un vuoto esistenziale che lo ammala e che non riesce a colmare. Il solo a stargli vicino, in un modo silenzioso e istintivo, è Gioele, il nipote: un ragazzo intrappolato in una medietà rabbiosa, che subisce senza reagire le vessazioni del bullo da manuale finché, animato dal senso di una resistenza accanita che avverte nello zio, si ribellerà, pronto a sopportare le conseguenze dei suoi no. È da Gioele che ascoltiamo a posteriori questo racconto di vite che cercano un senso: da una parte Tiziano, che ritrova l'equilibrio nel lavoro manuale e in un amore a sorpresa; dall'altra Gioele, avido di modelli non banali.