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Milano, Università Statale, anno accademico 1961-62; un autunno dorato e carico di promesse accoglie nei chiostri della Statale il piccolo drappello degli studenti di Lettere antiche, tra i quali moltissime ragazze e una decina di maschi. Sono anni in cui le fanciulle non possono presentarsi a lezione in pantaloni e vigono i riti iniziatici della goliardia studentesca. Anni in cui i ragazzi vanno a vedere gli spogliarelli dell'avanspettacolo ma non hanno mai baciato una donna; anni in cui ci si fidanza in casa e si trova lavoro prima della laurea... Anni facili, di sogni a occhi spalancati. Ma per il mite Giacomo, innamorato della bionda e sfuggente Pia Uberti, per il suo brillante amico 'don Calò', appena emigrato dalla Sicilia, per la sfrontata e tormentata Lula e tanti altri la giovinezza, quando la si attraversa, è sempre più dolorosa di come la si vede poi. E questi anni di immense speranze, di amori, libri, musiche, film e grandi amicizie li traghetteranno presto verso un mondo tutto nuovo. Giovanni Pacchiano scrive una grande 'variazione sul tema della giovinezza', della sua forza inesauribile e della malinconia che ci suscita appena ci voltiamo a guardarla. E al tempo stesso riporta in vita una città, Milano, e una generazione, qualche istante prima che tutto cambi: il Sessantotto è alle porte, tra queste pagine se ne sente già crescere il vento.