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Wiola vive in una comunità agricola molto unita, ha un gatto nero di nome Nerino, suo padre è un disertore diventato tassidermista, sua madre le dice che uccidere i ragni porta lampi e fulmini. Wiola non deve mai entrare nella stanza segreta della sarta, colleziona le etichette delle scatole dei fiammiferi, è una brava ragazza cattolica cresciuta tra fiabe e superstizioni. È questo il perimetro di un'adolescenza a Hektary, villaggio rurale nella Polonia degli anni ottanta. I ricordi di Wiola sono precisi, intensi, sensuali: giocosità e capricci emergono dai pettegolezzi delle donne del villaggio, dalle voci di visite dal papa e dalla raccolta delle ciliegie, mentre i disordini politici e gli uomini predatori proiettano ombre scure su una vita perlopiù spensierata.