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Un piccolo aspide dalle guance morbide come quelle di un bebè, nascosto nella tasca di una giacca; le rane, le salamandre e i tritoni di un fiume salvati da una morte atroce; una sacra famiglia di cani randagi osservati con stupore affettuoso da un convinto gattofilo; una tenia sbarazzina come la "Lolita" di Nabokov, una mantide religiosa ubriacona, e anche un gruppo di Narcisi che parlano e cantano l'antica lingua ebrea del Nord Africa, un accampamento di Iris-guerrieri di un'audacia e di una bellezza terrificanti. Questi sono solo alcuni degli eroi che popolano il Marocco magico di Umberto Pasti, raccontato con la libertà e la grazia di un poeta.