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La chiamano Mo e all'inizio di questa storia non ha ancora diciotto anni: sembra una brava ragazza, ma porta sempre gli occhiali da sole, molto probabilmente per nascondere un segreto che non smette di fare male. I due coetanei che la amano di un amore senza attenuanti sono Mau e Dav: il primo, orfano di genitori e di affetto, è uno scapestrato che adora bere e giocare a carte; l'altro ha i connotati di un piccolo hacker, diviso fra computer e timidezza. La loro storia, raccontata da tre punti di vista, comincia sui banchi del liceo - alla vigilia dei fatidici esami di maturità - per trovare una soluzione inattesa, molti anni dopo, in un tempo che non si fatica a definire simile al nostro, e cioè allarmante. "Il viaggio a Paros" è la storia di una vacanza inevitabile, di genitori che non sanno ascoltare e di figli che imparano a farlo. Ma è soprattutto il ritratto di un'amicizia che, pur divenendo adulta, non rinuncia alla gioventù come destinazione finale - alla volta di quell'isola misteriosa che si situa all'incirca fra il Mediterraneo e l'anima.