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Frutto del suo insegnamento universitario a Parigi, i "Commenti biblici di Eckhart" che ci sono rimasti rappresentano uno dei vertici della tradizione di questo genere letterario. Eckhart legge la Sacra Scrittura con la scrupolosa adesione letterale di un maestro medievale, ma la interpreta però alla luce della ragione, nella persuasione di un necessario accordo tra scrittura e filosofia. Il primato va, anzi, a quest'ultima, in virtù del precetto agostiniano per cui niente deve valere di più della retta ragione, per cui la scrittura lasciata a se stessa può nutrire solo la superstizione. Per Eckhart occorre andare oltre l'interpretazione letterale per scoprire il senso più vero della Parola di Dio, che si rivela solo allo e nello spirito, ovvero all'intelletto. Questi "Commenti" hanno perciò non solo un valore esegetico, ma anche e soprattutto un valore filosofico e mistico, tanto più rilevante oggi, in un momento in cui la verità letterale della Bibbia è pesantemente contestata.