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Attraverso nove racconti, Mario Fortunato affronta - in questo primo libro che lo rivelò alla fine degli anni Ottanta - i temi forti della diversità: droga, eversione, follia. E lo fa senza un intento di denuncia, con indulgenza e una nota malinconica, che si esprimono in una scrittura sobria e insieme intensa. I personaggi di Fortunato sono giovani uomini e giovani donne che sperimentano soluzioni diverse per uscire dall'incertezza e dal disagio esistenziale che quotidianamente grava su di loro. Ciascuno cerca, a proprio modo e come può, di vivere o sopravvivere. E chi ha trasgredito capisce che ormai anche la trasgressione è divenuta ipocrisia, luogo comune: "luogo naturale". Rimane soltanto il dolore, ed è proprio nel dolore o, per meglio dire, nell'abitudine a esso, che ognuno continua a lottare, cercando una forma giusta di esistenza. Con una nota di Alberto Moravia.