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Tom Wolfe, padre del "giornalismo d'opinione", tratta qui della "perdita della qualità della vita" sotto il profilo dell'architettura. Lo scatolone di vetro è il comune risultato delle diverse tendenze che hanno animato quest'arte negli ultimi cinquant'anni: sull'impronta di Gropius, il celebre fondatore del Bauhaus, e Le Corbusier, massimo teorico del razionalismo, gli architetti europei sbarcati in America negli anni Trenta esercitarono un vero e proprio colonialismo intellettuale. Nacque così l'International Style, che ispirò palazzi di vetro, cemento e ferro, pressoché identici: privi di colore e linee curve. Ora la gente in quegli edifici tristi e scomodi non vuole più abitare, ma le soluzioni proposte dall'architettura postmoderna si limitano a riflettere e deformare i fantasmi del passato. "Nuovi scatoloni di cristallo rivestiti di lastre specchianti in modo da riflettere gli edifici vicini, anch'essi scatoloni di cristallo, e distorcere così quelle noiose linee rette, facendole sembrare curve".