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"Fu attrice, la Riefenstahl. E ancora prima, danzatrice; su quella scena degli anni Venti tedeschi, in bilico tra avanguardia assoluta e pesantezza nazionalistica, nazionalpopolare, razziale. Rapida la scelta a favore della suprema danza, il cinema. Attrice, attrice (quasi) diva, con il gusto dell'immagine e dei corpi belli, già pronta a guardare nel mirino per scegliere le inquadrature. Non c'è bisogno di leggere il libro della Riefenstahl come una memoria difensiva; per avere chiara la sua incredibile e straordinaria ambiguità basta sentir raccontare come nasce il suo cinema." (Enrico Ghezzi)