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Le Quaestiones disputatae de veritate costituiscono, insieme alle due grandi Summae, il nucleo del pensiero di Tommaso d'Aquino elaborato sulla scorta della metafisica aristotelica, nonché uno dei punti di riferimento della Scolastica medioevale; in questo scritto la teoria della conoscenza è fortemente ancorata all'ontologia, nel senso che la verità è connessa all'essere, anzi coincide con l'essere stesso: l'ens e il verum sono reciprocamente convertibili; dalle questioni, condotte secondo il metodo dialettico del sic et non, emerge quindi la dottrina classica della verità come adeguazione della mente umana alla cosa conosciuta in quanto realmente esistente.