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Quando Goethe dà alle stampe, nel 1809, "Le affinità elettive" ha da poco compiuto sessant'anni ed è da tempo l'autore più celebrato della cultura tedesca. È consapevole di essere "il favorito degli dei", tanto da prevedere per sé l'immortalità. Per la vastità del suo campo d'azione, molti vedono in lui l'ultimo uomo universale, all'altezza di Leonardo da Vinci. E così "Le affinità elettive" sarà paragonato proprio alla "Gioconda". La stessa bellezza e armonia formale, lo stesso inquieto enigma che si cela nel profondo. Alchimia e scienza, psicologia e storia, religione e superstizione dialogano tra loro per connessioni sottili.