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In un pianeta straripante di risorse, ogni giorno centomila persone muoiono di fame. Sono le conseguenze dell'attuale ordine economico e politico del mondo, in cui le multinazionali agroalimentari hanno il monopolio delle semenze e gli scambi commerciali favoriscono solo i paesi occidentali in eccesso di produzione. Proprio per ridurre le conseguenze disastrose della politica liberista, promossa dai padroni del mondo e dai loro mercenari, l'Assemblea generale delle Nazioni unite ha deciso di creare un nuovo diritto dell'uomo: quello all'alimentazione, che prevede per ogni individuo "l'accesso regolare, permanente e libero a cibo quantitativamente e qualitativamente adeguato". Al centro del volume è l'analisi del modo in cui questo diritto viene applicato.