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Aprile 1941, dopo una guerra vittoriosa contro l'Italia fascista la Grecia è costretta ad arrendersi all'Asse dall'intervento tedesco. Nelle trattative che seguono, il paese è smembrato in tre zone di occupazione: italiana, tedesca e bulgara. Quella assegnata all'Italia, che considera la Grecia parte del suo "spazio vitale", corrisponde a più di metà dell'intero territorio nazionale. Fino all'armistizio con gli Alleati, nel settembre 1943, l'esercito italiano sarà, dunque, la più rilevante forza occupante nel paese. Sulla base di documentazione italiana, tedesca, greca, britannica e della Croce Rossa Internazionale, il volume ricostruisce le vicende dell'occupazione italiana, poco studiate dagli storici e ampiamente rimosse dalla nostra memoria collettiva. La varietà della documentazione consultata consente di tracciare un quadro "multi-prospettico" dell'occupazione, analizzando non solo le strategie politiche e repressive degli occupanti ma anche le trasformazioni che la crisi alimentare causò nella società greca, il collasso delle istituzioni politiche, le dinamiche sociali di breve e lungo periodo che generarono diverse forme di collaborazione e determinarono la nascita della resistenza armata greca, uno dei più ampi movimenti resistenziali nell'Europa occupata.